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Aprire una start up non è facile
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Fare carriera oggi non è facile, ma è possibile

Come essere manager di successo, ce lo racconta Francesca Lorenzoni, che è passata da founder della start up Archon a Senior Digital Analyst in Just Eat, la start up che oggi è un' impresa globale, grazie all’app per ordinare pranzi e cene online presso il proprio ristorante preferito. 

Dopo la laurea in Matematica Applicata Francesca Lorenzoni ha lavorato come Digital Analyst in un'agenzia web. Si è poi trasferita in Cile per fondare Archon, start up che si occupa di Intelligenza Artificiale per i droni, insieme altri 3 co-founder.

Una volta tornata in Italia, ha partecipato a Startupbus e ha poi deciso di lasciare la sua startup per di intraprendere una nuova sfida lavorativa a Londra, dove ha vissuto negli ultimi 3 anni lavorando come Digital Analyst per AllSaints, Tesco e Just Eat. Nel tempo libero gestisce un blog di ricette senza glutine ed è ambasciatrice per STEM, associazione che promuove nelle scuole lo studio delle materie scientifiche. Francesca Lorenzoni in Linkedin.
 

1. Come mai ha deciso di abbandonare una start up fondata da lei stessa, per mettere invece a disposizione di imprese di altri le sue competenze?

La mia esperienza con una start-up mi ha aiutata moltissimo a imparare cose nuove e a sviluppare nuove competenze, ma non vedevo un futuro per quella startup e per questo ho deciso di lasciarla. A volte è giusto proseguire delle idee fino in fondo, anche quando nessun altro ci crede, ma quando non si crede più nel progetto e la propria carriera non si muove più alla velocità che si vorrebbe, è anche giusto lasciare per tempo. 

2. Il lavoro che lei sta svolgendo adesso ha qualche relazione con Archon? 

No, sono tornata a fare il lavoro che facevo prima di fondare Archon. L'unica cosa che e' cambiata è che non sono più tornata in Italia e ora lo faccio all'estero, dove ho scoperto di avere molte più opportunità e soddisfazioni lavorative. Questa digressione non mi ha fatto perdere piede nel mio campo, ma mi ha anzi arricchita di competenze personali e trasversali che ho potuto riutilizzare nei miei lavori successivi. 

3. In che consiste tale profilo professionale e a quale tipo di azienda potrebbe essere utile?  

Attualmente sono Senior Digital Analyst per Just Eat. Mi occupo di raccolta dati per siti web e applicazioni, ne monitoro la qualità, e supporto gli analisti nel loro lavoro.

Tutte le aziende che hanno una presenza online importante hanno bisogno di una posizione come questa se vogliono sapere come gli utenti interagiscono con i loro siti e applicazioni, e come migliorarli.
 

4. Aprire una startup è dura, non è un gioco. Consiglierebbe a una donna di buttarsi nel mondo delle start up o c’è mercato per una professione come la sua attuale?

Aprire una startup certamente è dura, non è un gioco, e non deve essere visto come una soluzione alla mancanza di opportunità in italia, è comunque utile a costruirsi una carriera di successo.

Per la mia professione c'è mercato, e credo che ci siano opportunità per le persone che hanno voglia di trovarle, che hanno capacità di adattamento e il coraggio di osare.

Quando ero all'università mi avevano detto che le mie uniche possibilità di lavoro sarebbero state l'insegnante di matematica, oppure lavorare in banche o assicurazioni. Nessuna di queste prospettive mi attirava, ma seguendo i miei interessi mi sono costruita una carriera.

A volte la carriera può essere un lavoro in una azienda più o meno grande, altre volte può essere un'idea da cui nasce una start up, ma non voglio assolutamente che passi il messaggio che l'alternativa ad un lavoro per cui non ci siano sbocchi sia quella di fondare una startup. 
 

5. Dove lei vive attualmente, start up di donne che arrivano allo scale up, hanno vita più facile rispetto all’Italia?

Ho lavorato in Italia solo un anno, poi uno in Cile, tre a Londra e tra poco mi sposterò a Barcellona.

Conosco poco la situazione in Italia, ma mi sembra che non sia tanto questione di start up fondate da donne, quanto di start up in generale. Dovessi fondarne una oggi, sicuramente non lo farei in Italia. L'Italia è ancora in grado di dare una formazione ottima, ma dà poche soddisfazioni lavorative, sia a livello di carriera sia a livello economico, indipendentemente dall'essere uomo o donna.

 

6. Lei è una cittadina del mondo e sicuramente scevra da ogni pregiudizio, ma se guardiamo alle donne più in generale, ritiene che parlare di parità di genere oggi abbia ancora un senso? 

Sicuramente si. Lavorando in Tech, ho sempre lavorato in ambienti dominati da uomini, spesso essendo anche la più giovane, e non sempre è facile. Finché le donne non avranno le stesse opportunità e lo stesso salario degli uomini, sarà ancora importante parlare di parità di genere e avere iniziative a riguardo.

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