Il segreto per rimanere sul mercato, crescere ed espandersi è: innovazione continua
Un progetto d’impresa, per rimanere sul mercato, crescere ed espandersi all’estero, ha bisogno d’innovare continuamente e Lucia Dal Negro finora lo ha fatto.
Ha fondato la sua attività nel 2013 e a cinque anni di distanza possiamo definirla senz’altro una realtà di successo, perché non solo ha saputo entrare in un mercato difficile quale quello della progettazione sociale per le imprese, ma è riuscita a trovare il suo spazio in Italia e gettare le basi per il suo futuro scale up.
Vediamo quali sono i momenti significativi di sviluppo della sua impresa in questi cinque anni e come li ha affrontati.
Inizialmente il posizionamento su temi tecnici e specifici ha aiutato a non confondere l’identità di De-LAB con quella di altre realtà del marketing e della comunicazione, anch’esse vicine alla promozione dei temi socio-ambientali all’interno dell’operato d’impresa. La distinzione tra De-LAB e tali agenzie è nell’approfondimento teorico che accompagna le sue proposte e nell’applicazione di metodologie rigorose che poi, in maniera del tutto coerente, premiano l’impresa anche dal punto di vista di mercato, differenziandole.
Successivamente, il legame con l’Università e con i network internazionali di settore ha rafforzato la credibilità di De-LAB a livello nazionale e internazionale, permettendogli di operare come partner tecnico di istituzioni importanti, tra cui l’Agenzia Italiana della Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
Infine, la scelta di diventare Società Benefit ha ulteriormente rafforzato De-LAB collocandola tra le realtà profit (come tutti gli studi di progettazione e consulenza), ma allo stesso tempo obbligandola a rispettare gli stessi obblighi di trasparenza e beneficio sociale richiesti al non-profit. Questo è, in sintesi, il vantaggio delle Società Benefit: muoversi nel profit con la stessa dedizione del non-profit.
Intervista a Lucia Dal Negro
1. La sua azienda ha puntato sin dall’inizio sull’inclusive business, certamente un modello imprenditoriale innovativo in Italia. Può dirci brevemente in che consiste e le difficoltà e opportunità incontrate?
Fare business inclusivo significa affiancare produttori italiani e comunità di Paesi in Via di Sviluppo perché assieme possano ideare prodotti o servizi da vendere in loco, generando un valore sociale per i destinatari e di innovazione bottom-up per le aziende coinvolte. Il business inclusivo, da non confondersi con l’internazionalizzazione d’impresa o la responsabilità sociale d’impresa (CSR), richiede una visione aperta verso logiche culturalmente distanti, l’assunzione di rischi imprenditoriali, la gestione da remoto delle operazioni…non tutte le aziende sono pronte, ecco perché serve un attore intermedio come De-LAB.
2. Una realtà come De-LAB, che realizza progetti in partnership, immagino che abbia bisogno d’investimenti, soprattutto in comunicazione e marketing. Se è così in che misura avete investito nel campo?
Ci siamo affidati ai nostri network universitari e di ricerca, ad una presenza sul web che chiarisse bene i contenuti del nostro agire e all’efficacia di eventi tra cui Seeds&Chips, TEDx, European Development Days …. tutto il resto è stato costruito nel tempo, non a tavolino.
3. Una start up deve certo innovare continuamente e lei lo sta facendo. Attualmente ha anche cambiato la sua veste giuridica in qualcosa di veramente innovativo per l’Italia. Può dirci qualcosa di più in merito?
Come dicevo prima, l’Italia è stata la seconda nazione al mondo a recepire nel proprio ordinamento la natura giuridica delle Società Benefit. Si tratta di srl che integrano nello statuto l’obbligo di generare impatti sociali positivi. In sostanza significa che la responsabilità è così sentita da entrare nel DNA dell’impresa, rinnovandone tutto l’operato. Siamo un team giovane, serio e competente…. Se non noi, di De-LAB, chi altri?
4. A livello personale, il suo lavoro d’imprenditrice che la porta spesso all’estero le consente di ritagliarsi uno spazio sufficiente per la sua vita personale?
Purtroppo no. Ma non dipende dal mio ruolo quanto dal mio carattere… quando mi interessa un lavoro non ho orari.
5. Può svelarci il suo segreto su come portare avanti un buona relazione tra socie, visto che il vostro rapporto è consolidato ormai da 5 anni?
Non è stato sempre tutto idilliaco, alla fine però la trasparenza sulle aspettative reciproche è stata la chiave per superare le delusioni e le divergenze. Tra tutti i collaboratori di De-LAB, uomini e donne, il dialogo supera qualsiasi gerarchia…. il resto è nomale interazione tra colleghi, scherzi compresi!
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