Dati e sicurezza nell'agroalimentare grazie all'impresa 4.0 ed alla Blockchain
Innovazione tecnologica e digitale iniziano ad avere un peso importante anche nel settore agroalimentare, secondo i dati dell' Ossservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano.
Nel 2018 il mercato italiano dell’agricoltura 4.0 ha visto salire il proprio valore del +270% in un solo anno, entrando in un range compreso tra 370 e 430 milioni; pari a circa il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo.
La ricerca evidenzia anche come l’innovazione tecnologica stia interessando la tracciabilità e la sicurezza alimentare, a tal proposito l’interesse crescente verso la Blockchain ha dato vita a ben 42 progetti a livello internazionale ed italiano.
Possiamo quindi affermare che la crescita dell’agroalimentare nel nostro paese non accenna a fermarsi. Lo dimostrano i tanti investimenti nella creazione di modelli di impresa 4.0, i quali portano una ventata di innovazione, fiducia e sicurezza nell'intero settore.
L'innovazione tecnologica al servizio di trasparenza e tracciabilità nell'agroalimentare
Di solito siamo abituati a collocare la Blockchain nel mondo criptovalute, quando è nel settore agroalimentare ad essere una vera innovazione tecnologica: con il cosiddetto trading di materie prime si riescono infatti a ridurre in modo consistente le problematiche legate agli intermediari; al tempo stesso, grazie ad un modello definibile peer-to-peer unico nel suo genere, è possibile creare un legame a doppio filo, forte e duraturo, tra produttori ed utenti finali.
La Blockchain riesce ad eliminare barriere inutili in grado solo di arrestare la crescita e l’innovazione di un settore come il Made in Italy che in Italia sta prendendo piede grazie alla creatività di imprenditori ed imprenditrici con uno sguardo al futuro.
Oggi le imprese 4.0 che utilizzano la tracciabilità alimentare sono tantissime e di queste un buon 30% riesce a ridurre sia gli errori legati all'inserimento dei dati, che eventuali manomissioni e contraffazioni. Non solo, un 27% di queste sottolinea anche quanto una scelta di questo tipo abbia portato ad una notevole riduzione dei costi, ed un 21% fa riferimento al tempo risparmiato con i dati.
Sembra che qualcosa stia cambiando nello scenario collettivo, il 52% delle aziende sono decise ad investire in questo settore con cifre superiori ai 5000 €, ma al tempo stesso si desidera migliorare ancora di più il ciclo produttivo, così come anche i processi relativi alla trasformazione.
Il messaggio lanciato dal presidente del Digital Transformation Institute Stefano Epifani ci fa comprendere quanto sia importante la relazione che lega la qualità dei prodotti e la predisposizione delle aziende ad investire sul digitale, perchè nonostante i vantaggi evidenti, purtroppo ancora un 77% di aziende nel settore agroalimentare non investe nelle innovazioni tecnologiche.
Impresa 4.0 ed innovazione agroalimentare: casi studio
“Anche nel settore agroalimentare cominciano a emergere chiaramente le opportunità generate da una valorizzazione strategica dei dati – rileva Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -. Il 71% delle soluzioni di Agricoltura 4.0 oggi è in grado di supportare le decisioni facendo leva sui dati [...] Una corretta gestione dei dati in digitale, inoltre, è cruciale per la tracciabilità, su cui siamo ancora agli inizi, mentre è già un chiaro fattore di sviluppo per le startup, che li sfruttano nell’85% dei casi analizzati”.
Proprio nel settore agroalimentare iniziano a farsi largo imprenditori e imprenditrici che credono nell’innovazione tecnologica e nel valore che può portare al territorio ed al proprio paese.
L’innovazione tecnologica basata sul concetto di fiducia: la Blockchain e Provenance
Provenance, impresa femminile britannica fondata da Jessy Baker, ha recentemente completato una piattaforma di knowledge sharing (attività attraverso la quale le persone condividono informazioni, conoscenze o esperienza all'interno dell'attivita' lavorativa) che utilizza la Blockchain per tracciare la provenienza dei tonni pescati in Indonesia.
L’industria del pesce è una delle più difficili. Attraversata da fenomeni di illegalità, non è in grado di garantire la qualità e l’affidabilità di tutti i passaggi della filiera, e quindi di stabilire una situazione di fiducia e di rispetto delle regole .
La tracciabilità delle origini delle materie prime attraverso le supply chain globali (catena di distribuzione) permette di garantire sia la sostenibilità ambientale dell’attività, sia il lavoro senza ingiusto sfruttamento.
L’idea innovativa di Jessy Baker grazie alla tecnologia Blockchain garantisce quindi ai retailer, all’industria di trasformazione, al mondo dell’Ho.Re.Ca. (termine commerciale che sta ad identificare il macro settore formato da Hotel, Ristoranti e Catering) e dei consumatori finali, chiarezza sull’origine del pesce che viene trasformato e consumato.
EZLab la prima azienda a livello mondiale ad utilizzare Blockchain e Smart Contracts
Impossibile per Donne del Food.it, il portale dedicato all’agroalimentare italiano, non parlare di EZLab: startup innovativa padovana con sedi anche in Francia ed in Silicon Valley, la prima a livello mondiale ad aver utilizzato Blockchain e smart contract nel settore agroalimentare.
Il team EzLab ha ideato la prima piattaforma che supporta gli agricoltori nella tracciabilità e nella certificazione dei prodotti. Basta inquadrare un QR code per permettere all'istante di visualizzare tutte le informazioni relative al processo produttivo, dalla coltivazione alla tavola.
La blockchain consente di controllare e verificare tutte le transazioni effettuate lungo l’intera filiera, aumentando la produzione di alta qualità e migliorando la sostenibilità ambientale con trasparenza e sicurezza.
Conclusione: L’innovazione tecnologica è il futuro nel settore agroalimentare
Come abbiamo visto la tecnologia Blockchain, resa famosa ai molti dalle criptovalute, ha un ruolo fondamentale anche nel settore agroalimentare.
Organizzazioni come IBM hanno intrapreso percorsi di innovazione tecnologica per supportare l’evoluzione alimentare e sviluppare sistemi più sicuri e trasparenti. Il Food Trust Blockchain ad esempio è il programma su scala globale ideato per mettere a disposizione uno strumento utile a gestire, tracciare e monitorare le attività di chi opera nel settore.
In IBM tre donne sono a capo del settore sviluppo tecnologie blockchain:
- Ginni Rometty, amministratore delegato di IBM;
- Bridget van Kralingen, vice presidente senior di IBM;
- Marie Wieck, General Manager IBM Blockchain.
Nonostante i dati vedano le donne in minoranza nel settore delle innovazioni tecnologiche rispetto agli addetti ai lavori di sesso maschile, sono sempre presenti a cogliere le opportunità in questo settore e si stanno muovendo. Il cambiamento rivoluzionario passa attraverso ognuno di noi, senza distinzioni di sesso.
Consapevole della potenzialità delle donne nell’innovazione tecnologica, Assodonna confidando nel superamento di questo loro ruolo di minoranza, contribuisce alla diffusione della cultura dell’innovazione che le donne possono fare sempre più propria.
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