Crescono le aziende italiane e le startup italiane guidate da donne
Il mondo dell’imprenditoria ogni anno si colora sempre più di rosa. Le aziende e le startup italiane al femminile crescono numerose. I risultati della ricerca condotta a fine 2018 dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Unioncamere e Infocamere mostra che le imprese guidate da donne hanno raggiunto quota 1 milione e 337 mila, quasi il 22% del totale.
Un buon traguardo, ma nonostante questo aumento di figure femminili nelle aziende italiane, dalla stessa ricerca si evince che sono ancora poche coloro che arrivano ai vertici. Infatti, ad esempio, solo una donna su 4 occupa posizione di amministratore di impresa.
Il divario di genere che si presenta ai vertici è riconducibile alla carenza di investimenti in welfare aziendale e flessibilità lavorativa.
Sono troppe ancora le donne che non ricoprono determinati ruoli per una mancata cultura aziendale, per un ecosistema che dà più peso alla vita privata piuttosto che al talento.
Le soluzioni quindi ci sarebbero, ma: fanno ancora troppa paura a lavoratrici ed imprese nonostante vi sia un riscontro tangibile e veritiero dei benefici che apporta con una corretta implementazione; e gli investimenti nel welfare aziendale non sono, diciamo, ancora la priorità per molte aziende italiane.
Questi interventi andrebbero a conciliare vita privata e professionale di donne imprenditrici creando un terreno fertile per superare disparità inutili e vivere serenamente il proprio ruolo lavorativo.
Per fortuna ci sono donne che vogliono fare impresa ed hanno talento nel farlo. I settori emergenti come l’internet of things ed il fintech vedono delle protagoniste insuperabili a capo di startup italiane in grado di fare la differenza ed innovare.
Internet of things: CEO e startup al femminile da tenere d’occhio
Prima di conoscere donne e startup italiane del mondo Internet of Things, voglio spiegarti di cosa si tratta. Il termine viene utilizzato per la prima volta da Kevin Ashton, ricercatore presso il MIT, Massachussets Institute of Technology ed è nato dall’esigenza di dare un nome agli oggetti reali connessi ad internet.
Quindi con Internet of things si indicano quelle tecnologie che permettono di collegare a Internet qualunque tipo di device o apparato creando soluzioni in grado di monitorare, controllare e trasferire informazioni per poi svolgere azioni.
Ci sono donne e startup italiane che hanno creato davvero qualcosa di unico ed efficace grazie all’internet of things.
Alessandra Antonetti crea Aria Wearables
Alessandra Antonetti, professione CEO e architetto. Donna da sempre appassionata di Internet of Things e Wearable Technology tanto da arrivare a fondare una startup e progettare un oggetto indossabile tecnologico.
La startup di Alessandra si chiama Aria wearables, e Aria è il nome dato all’oggetto trasformatosi grazie all’internet of things: si tratta di una soletta, non una qualunque, è la soluzione per risolvere il problema dei piedi bollenti di estate e ghiacciati d’inverno.
Aria è una soletta intelligente che si auto-regola mantenendo un comfort termico costante. La soletta ha dei sensori incorporati che oltre a mantenere stabile la temperatura, contano i passi, le calorie bruciate e controllano la postura; infine la soletta invia i dati raccolti allo smartphone i quali possono essere condivisi con personale medico specializzato o allenatori sportivi.
L’obiettivo di Antonella nel creare Aria Wearables era quello di creare un oggetto che fosse in grado di connettere i dati per poter prevenire problematiche, personalizzare la medicina e migliorare la qualità della vita.
Solenica e l’illuminazione smart
Solenica è una startup italiana dell’energia sostenibile. La CEO e co-founder è Diva Tommei giovane imprenditrice studentessa di biotecnologia genomica che ha frequentato la Singularity University, il programma promosso dalla Nasa e da Google.
Cosa fa Solenica… La startup trasforma l’energia degli ambienti con sistemi di illuminazione smart naturale con design italiano. Ci riesce grazie a Caia robot ideato proprio da Diva Tommei che cattura il sole e produce luce naturale, portandola nei punti bui della casa.
Diva Tommei è stata inserita tra le startupper più promettenti d’Europa nella classifica elaborata annualmente da EU-Startups.com, nata con lo scopo di evidenziare il talento femminile in campi come l’imprenditoria innovativa.
Fintech: arrivano le startup italiane in rosa
Il termine fintech è la fusione di Finance e Technology e sta ad indicare il settore in cui realtà portano innovazione nei servizi finanziari grazie alla tecnologia.
Inizialmente con questo termine ci si riferiva solamente a tecnologie per operazioni bancarie interne e simili poi è esploso sul mercato grazie alla digital transformation ed è oggi presente nella vita di tutti i giorni.
Il settore del fintech è un trend in crescita e le startup sono le realtà che riescono a portare un grado maggiore di innovazione rispetto alle banche.
Di aziende italiane e startup fintech ne sono nate parecchie in questi ultimi anni, molto interessante è Oval Money.
Oval Money: il salvadanaio digitale che ti aiuta a risparmiare
Startup italiana al femminile Oval Money nasce per aiutare gli utenti a risparmiare e a mettere da parte del denaro. Grazie al machine learning riesce ad analizzare i comportamenti finanziari e gli stili di vita degli utenti per personalizzare tipologie di accumulo capitali o di investimenti.
La co-founder e CEO è l’imprenditrice Benedetta Arese Lucini, ex country manager di Uber poco più che trentenne.
Oval Money appena avviata ha vinto 25mila euro e 25 settimane di mentoring specializzato alla fintech competition lanciata da b-ventures, il programma di accelerazione di DOCOMO Digital.
E, alla fine del 2016, ha chiuso un finanziamento di 1,2 milioni di euro, con il Gruppo Intesa SanPaolo, b-ventures, il corporate venture capital di DOCOMO Digital.
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