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Lina MangiacapreNapoli intesta un Belvedere a Lina Mangiacapre, artista femminista, poliedrica e rivoluzionaria, che concepì l’arte come il principale strumento per la rivoluzione: una consacrazione toponomastica che  riconosce l’ importantissima realtà storica e culturale del femminismo a Napoli e non solo.

Lina Mangiacapre ha operato nel segno di un  ininterrotto impegno per il riscatto dell’universo femminile e per l’affermazione dei diritti delle donne. Laureata in filosofia, è stata giornalista, scrittrice, musicista, sceneggiatrice, regista e pittrice, sempre operando nel rifiuto degli schemi, libera dai confini  di precostituite correnti di pensiero politico,  filosofico ed artistico.

Lina Mangiacapre, nata nel 1946 nel centro storico di una Napoli  “intricata ed esplosiva”, personalità poliedricaica ed anti-autoritaria, così racconta della sua formazione nel clima della contestazione studentesca:“..a me è scoppiata la passione filosofica, una grande rivoluzione culturale in cui i contenuti del passato e il provincialismo di una cultura chiusa venivano messi in discussione, quasi una grande risata; in questo senso il Sessantotto appare come un momento romantico”, dice in una intervista/testimonianza del 1998. ( “Intervista a Lina Mangiacapre” di Nadia Nappo - “Napoli frontale”, luglio 1998),”…mettere insieme marxismo ed esistenzialismo: … fuggire dall’Università, andare a Mergellina e fare filosofia con i pescatori e i camerieri dei bar che mi chiamavano Socrate….. il mio ’68, eliminare caste e rigidità, che ancora c’erano tra gl’intellettuali e la gente che lavorava: si partiva dal concreto, dal particolare e si arrivava all’universale”.

Laureata in filosofia partecipa alla rivolta femminile. “il gruppo di cui facevo parte era soprattutto senso di libertà, contestazione di qualunque limite rispetto all’arte. Tutto è politica, si diceva. Il nostro discorso era: tutto deve essere arte, la stessa politica deve diventare arte.”

La creatività di Lina Mangiacapre si esprime prima nella pittura (con lo pseudonimo di “Màlina"),  Nemesi è il suo nome come fondatrice del gruppo storico femminista delle “Nemesiache” (1970). Lina dipinge anche con le parole (la poesia, i saggi e gli articoli), oltre che  con le immagini, allorché “scopre” il cinema lungo il suo percorso artistico.

Nel 1972 compone la prima opera teatrale femminista, “Cenerella”, creando il metodo teatrale e di autocoscienza della ‘psico-favola. Nel 1976  Lina Mangiacapre realizza, insieme con il gruppo delle “Nemesiache”, la Rassegna del Cinema Femminista di Sorrento, in concomitanza degli Incontri Internazionali del Cinema.

Partecipa a ‘personali’ e ‘collettive’ di pittura in Italia dal 1965 al 2000; le è stata dedicata una sezione al National Museam of Women in the Arts di Washington. Scrive e mette in scena 8 opere teatrali; numerosi anche i film da lei scritti e diretti, sono sue tutte le colonne sonore per dei sui film e i suoi spettacoli teatrali.

Nel 1987 crea il Premio cinematografico “Elvira Notari”, assegnato fino al 2001 nella  “Biennale di Venezia”. Sospeso solo  nel 2002, anno della sua morte, è da allora intitolato “Premio Lina Mangiacapre”. Sempre dal 1987 fonda e dirige “Manifesta”, trimestrale di cinema, teoria, cultura.Il suo lungometraggio “Didone non è morta”, presentato in vari festival internazionali, è stato l’unico film richiesto al convegno mondiale,  tenutosi alla Sorbonne Nouvelle di Parigi,  sul tema  Didone ed Enea.

 Nel 1990 la Presidenza del Consiglio dei Ministri assegna a Lina Mangiacapre il Premio per la Cultura. Per i 50 anni del voto alle donne, realizza per la presidenza del Consiglio dei Ministri – nel 1996 – lo spot “Da elettrici ad elette”.

Lina Mangiacapre muore il 23 maggio 2002, a Napoli lasciando in eredità alcuni progetti ed Il suo forte impegno in ogni ambito espressivo  e soprattutto nel cinema.

 Francesco Ruotolo, cui va il merito d’avere proposto l’intestazione del Belvedere a Lina/Nemesi,   nella sua presentazione   “Lina Mangiacapre – La biografia di un pensiero”   scrive :  << la rivoluzione prodotta dalle donne nel ‘900 ha cambiato e sta cambiando la “lettura” dei fatti – di ieri, di oggi – del mondo. La trasformazione del presente passa nel “sapere” e nel vissuto delle donne, di quei movimenti femministi e di quelle donne – come le “Nemesiache”, come Lina Mangiacapre – che hanno messo a disposizione il loro genio per una trasformazione radicale delle soggettività di oggi e di domani, a partire dalle radici, dalla storia di ieri e dalla sua re-interpretazione.

Sabato1 aprile, alle 9,30 con la  presenza del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, la cerimonia di intitolazione (via Posillipo, altezza civico, 44). Alle 17,30 dello stesso giorno, nella galleria Al Blu di Prussia, in via Filangieri 42 , ci sarà  un Incontro di poesia per Nemesi “seguito dalla proiezione  del film "Lina Mangiacapre, artista del femminismo" di Nadia Pizzuti.

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