Compromessi sul posto di lavoro
Il 25 novembre sarà la giornata contro la violenza sulle donne.
Sono innumerevoli i casi di violenza sulle donne, fisica e verbale, domestica e sul posto di lavoro, anche se non si parla molto di quest’ultima.
“L’uomo non deve mettere la donne nelle condizioni di scegliere cedo e lavoro o non cedo e non lavoro?”
Queste le parole della scrittrice Michela Murgia.
Purtroppo viviamo ancora oggi in una società in cui le donne devono scendere a compromessi sul posto di lavoro.
Secondo l’Istat, in Italia sono molestate quattro donne su dieci, e quasi sempre sono molestie sul lavoro, o per ottenere un lavoro o un avanzamento di carriera.
Violenza sulle donne dello spettacolo
Harvey Weinstein è stato denunciato da oltre 50 donne.
Tra le prime ad averlo denunciato troviamo Ambra Battilana, la modella italo-filippina. Le è stato risposto che non c’erano gli estremi per una causa e lei, di contro, è stata sottoposta a una campagna mediatica che le ha distrutto la reputazione. Inoltre il produttore le ha chiesto di firmare un contratto in cui si impegnava al silenzio. Così in genere Weinsten fermava i Media.
Naturalmente anche in Italia la situazione delle donne che denunciano non è facile.
Vediamo per esempio il caso Brizzi. Il regista Fausto Brizzi è stato denunciato da Veronica Olivieri dopo aver subito molestie durante un provino. Purtroppo spesso è questa la trafila.
Sono innumerevoli i casi di violenza sulle donne dello spettacolo. Raramente vengono credute e anzi, vengono spesso denunciate a loro volta per calunnia.
Violenza sul posto di lavoro
Anche al di fuori del mondo dello spettacolo sono purtroppo innumerevoli i casi di violenza sul posto di lavoro.
Il ricatto è il più diffuso, le disoccupate sono le più sottoposte, tra le imprenditrici, quelle che devono vendere i loro prodotti agli uomini, tra le impiegate e le dirigenti, le donne che vogliono fare carriera. Il ricatto è minore tra le operaie. È necessaria una norma specifica sulle molestie sessuali e rompere il silenzio. La molestia è infatti figlia della disparità nei luoghi di lavoro, in cui le posizioni ai vertici sono ricoperti da uomini.
Le professioni che registrano un alto tasso di molestie sulle donne lavoratrici sono il settore della salute e dei servizi sanitari e sociali (43%), la scuola (12%), tra gli impiegati addetti al controllo di documentazione e movimenti nelle banche (5%).
Angela Izzo ha subito pressioni psicologiche e molestie sessuali dal maresciallo del Comando dei Carabinieri, ma è stato condannato con altre motivazioni perché non esiste nella normativa militare il reato di molestie sessuali.
Sono note ormai anche le molestie sessuali, nella scuola di formazione del Consigliere di Stato Francesco Bellomo.
Cosa fare contro la violenza sulle donne
La violenza sulle donne non è un fenomeno che sembra conoscere un freno.
Oltre l’80% delle donne che subisce un ricatto sessuale decide di non parlarne con nessuno sul posto di lavoro.
Inoltre la We World Onlus ha condotto un’indagine da cui risulta che 8,7% degli uomini ritiene ammissibile tenere le donne in casa e controllarle, il 9% ritiene ammissibile fare sesso senza il loro consenso e quasi il 20% ritiene ammissibile fare battute sulle donne a sfondo sessuale, mentre il 17% fare avance fisiche esplicite.
E’ dunque necessario incrementare ulteriormente la sensibilità sul tema.
Per le sentenze il semplice “no” non sembra bastare in quanto spesso il giudice giustifica l’abusatore se la donna non si è opposta con forza. Le violenze sessuali vanno spesso in prescrizione.
È quindi necessario cambiare la legge per aiutare le donne.
Impegni per la tutela delle donne
A Tivoli il 46% delle denunce sono per maltrattamenti in famiglia. L’8% per violenza sessuale.
Nella città si stanno dunque impegnando affinché le procedure siano realmente in grado di fornire un’adeguata tutela delle donne.
E’ proprio per questo che nasce un Protocollo d’intesa per formare gli operatori che se ne occupano.
ActionAid ha già dato inizio a una campagna contro la violenza sulle donne attraverso progetti che diano un contributo a liberare le donne dall’incubo della violenza.
Anche il calcio è contro la violenza sulle donne, con i calciatori che sono scesi in campo con un segno rosso sul viso, a dimostrazione che anche lo sport può essere un importante veicolo di sensibilizzazione.
E’ finito il tempo del silenzio, è finito il tempo degli abusi. E’ arrivato il momento per le donne di difendere i propri diritti e di valere per la propria dignità e valore .
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