10 donne di talento per un'Intelligenza Artificiale più etica
Secondo Cisco, Il 2019 sarà l’anno dell’Intelligenza Artificiale e la gestione delle reti, ma cosa accadrà all’umanità, cosa accadrà alle donne se questo sviluppo non sarà guidato da valori umani ed etici? Quale posto occuperanno nel suo sviluppo stereotipi e pregiudizi? E come difendersi da tale pericolo? Quali battaglie condurre?;Sono ancora tanti gli interrogativi a cui rispondere.
“L’Intelligenza Artificiale non deve diventare l’espressione della mascolinità” afferma Ivana Bartoletti, responsabile della privacy e protezione dei dati del network femminile della Fabian Society "The Women Fabian Network".
I robot maschilisti sono la conseguenza degli stereotipi e pregiudizi dei programmatori
Negli USA le donne ne sono pienamente consapevoli. Joanna Bryson, docente di Computing all’università di Bath, fa notare che solo il 4 per cento dei programmatori è costituito da donne e che l’unico modo per per vincere questa battaglia è portare sempre più donne nel ruolo di programmatrici.
La lotta contro le discriminazioni non ha paesi o razze. Joy Buolamwini ventenne afroamericana, è una pluripremiata studentessa di una delle università di ricerca più prestigiose al mondo, il Massachusetts Institute of Technology. Joy si definisce "una poetessa del codice contro le forme di discriminazione del nuovo millennio”
Joy ha fondato l'Algorithmic Justice League, un'organizzazione che punta a un mondo hi-tech più inclusivo nei confronti delle minoranze di razza e genere.
Fei-Fei Li è stata docente nel Dipartimento di informatica di Stanford e direttrice del Laboratorio d'Intelligenza Artificiale di Stanford. Nel 2017, è entrata a far parte di Google Cloud quale Chief Scientist di AI e Machine Learning.
L’intelligenza artificiale in Europa non ha un numero maggiore di donne presenti
Anche in Europa la percentuale non cambia molto, tuttavia le donne si stanno muovendo. Un interessante Rapporto sull’Intelligenza Artificiale è pubblicato sul sito di Women Leading in AI.
Women leading in Artificial Intelligence è un network internazionale lanciato presso la School of Economics di Londra.
I membri della Rete sono donne di ogni ceto sociale, compresi i principali scienziati di Intelligenza Artificiale, codificatori di algoritmi, esperti di privacy, politici, leader del settore caritatevole e accademici. Lo scopo della Rete è mobilitare la politica, così da poter costruire un’Intelligenza Artificiale che supporti obiettivi umani e sia vincolata dai valori umani senza distinzioni di genere.
L'Intelligenza Artificiale (AI) sta cambiando il modo in cui viviamo e lavoriamo e dovrebbe essere soprattutto per il bene delle persone.
Gli algoritmi, che sono al centro dell'Intelligenza Artificiale, sono strumenti molto utili per automatizzare le decisioni e liberare gli umani affinché possano svolgere il lavoro che richiede la loro creatività e discrezione.
Purtroppo vediamo ancora molti algoritmi che discriminano le donne e le minoranze etniche. Nel frattempo, assistenti virtuali femminili gentili, sorridenti e pronte a servire, sono l'interfaccia predefinita per le interazioni dei consumatori con le macchine.
Come mai ci troviamo ancora a questo punto di arretratezza? E come possiamo cambiare il corso della storia in modo che l'Intelligenza Artificiale ci aiuti a costruire una società migliore, senza stereotipi e pregiudizi?
“Se un ’Intelligenza Artificiale viene nutrita con i pregiudizi di chi la programma, per ora tutti uomini, produrrà robot che replicano i pregiudizi” afferma Ivana Bartoletti in un’intervista. Per esempio, un programma, cui è affidata la selezione del personale da assumere o licenziare, di quali variabili tiene conto? Il Report raccoglie 10 raccomandazioni per i governi affinché regolino lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.
Francesca Rossi, è stata docente d’informatica all'Università di Padova. Ora è tra i quattro italiani del gruppo di esperti della task force UE, che ha il compito di delineare le prime linee guida etiche dell’Intelligenza Artificiale, mirandola a una società più giusta. E’ estremamente consapevole di quanto sia necessario lavorare sui pregiudizi e rendere i dati rappresentativi di tutta la popolazione.
L’Intelligenza Artificiale in Italia quale posto riserva alle donne?
Ma da noi cosa succede? Le donne ci sono? Le percentuali non si discostano molto da quelle del resto del mondo. L'Italia è all'avanguardia nel campo dell'Intelligenza Artificiale e vanta studiosi di livello internazionale. Ma per tenere il passo di Stati Uniti e Cina era essenziale fare rete.
Una sfida accolta in sole tre settimane da 43 università italiane e oltre 600 ricercatori che hanno aderito al Laboratorio nazionale di Intelligenza artificiale e sistemi intelligenti, presentato qualche mese fa anche a Roma.
Il Laboratorio è guidato da Rita Cucchiara, docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia e promosso dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica. Al Laboratorio sono associati anche i principali centri di ricerca italiani, come il Cnr, la Fondazione Bruno Kessler di Trento e l'Istituto Italiano di Tecnologia.
"Con la nascita del Laboratorio Nazionale, l'Intelligenza Artificiale italiana fa un ulteriore passo avanti - ha detto la direttrice del Laboratorio Rita Cucchiara - Non parliamo solo di software e di algoritmi, ma anche di hardware, quindi robotica e droni ad esempio. Non bisogna pensare all’Intelligenza Artificiale come a qualcosa di completamente staccato dalla vita quotidiana. Ci sono già applicazioni importanti nella medicina, nella sicurezza informatica e persino nella moda".
Partecipano con lei al Laboratorio nazionale:
Barbara Caputo,Docente Ordinaria presso il Politecnico di Torino e Primo Ricercatore presso l'Istituto Italiano di Tecnologia.
Marina Geymonat responsabile del Centro di eccellenza Tim sull’Intelligenza Artificiale e parte del gruppo nazionale di esperti presso il Ministero dello Sviluppo Economico che deve definire le strategie italiane sull’ Intelligenza Artificiale;
Elenora Girardi, laurea in Economia Aziendale all’Università Luigi Bocconi ha fondato l’associazione Pop Ai (Popular Artificial intelligence). E’ membro delle principali organizzazioni europee sull’ Intelligenza Artificiale: CLAIRE, AI*IA (Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale) e European AI Alliance.
Michela Milano. È docente ordinaria presso l’Università di Bologna, Vice-Presidente della European Association of Artificial Intelligence (EurAI) ed Executive Councillor dell' Association for the Advancements of Artificial Intelligence (AAAI).
Nel Comitato cinque donne di talento su trenta uomini. Diciamo che è già qualcosa......
A parte vogliamo ricordare le due donne scienziate della Soft Robotics Cecilia Laschi e Barbara Mazzolai dell'Istituto Italiano di Tecnologia entrate, per il loro talento, nella classifica mondiale delle donne della robotica 2015.
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