Lavoro agile o Smart Work cos’è e come funziona
Sicuramente ne avrai già sentito parlare. Il lavoro agile consente di organizzare la propria vita lavorativa senza doversi recare in ufficio. Se riuscirai a diventare una smart worker potrai scegliere di volta in volta se lavorare da casa, andare in biblioteca, lavorare al parco o mentre sei sdraiata sotto l'ombrellone al mare. Basta avere un computer o altro dispositivo portatile, per lavorare in qualunque posto, magari mentre aspetti il figlio in palestra? Non sempre.
La definizione di lavoro agile è interpretata in vario modo da più parti, ma per tutti le parola d'ordine è flessibilità, per quanto riguarda spazi e orari. Si tratta di un vero e proprio modello organizzativo in cui le parti, datore di lavoro e lavoratore, determinano gli obiettivi da raggiungere e il lavoro da svolgere.
Spetta poi allo/a smart worker organizzarsi bene per riuscire a consegnare in tempo il lavoro senza lesinare nella qualità.
Una definizione di lavoro agile o smart work è data anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che sottolinea come si tratti di un rapporto di lavoro subordinato, organizzato per fasi, cicli e obiettivi. La definizione del Ministero è importante perché da questa prende il via anche lo Smart Working nella Pubblica Amministrazione, che negli ultimi anni sta diventando una realtà sempre più consolidata.
Appare evidente che la caratteristica principale è l'autonomia del lavoratore o della lavoratrice che possono scegliere come organizzare le proprie giornate quanto a tempi e a luoghi. Per il datore di lavoro vi sono indubbi vantaggi, perché non deve organizzare una postazione di lavoro e questo si traduce anche in un vero e proprio risparmio economico. Ovviamente non mancano i vantaggi per gli smart worker e in particolare per le lavoratrici che riescono con questa modalità a conciliare meglio i ruoli anche in famiglia.
Come non cadere nella trappola del lavoro agile o smart work
Attenzione, il Lavoro agile potrebbe essere anche una trappola per le donne. Lavorare da casa potrebbe significare lavorare senza sosta, tra impegni aziendali e familiari e portare all’isolamento delle relazioni sociali. Tutto questo avrebbe conseguenze di insoddisfazione e stress. Per evitarlo, lo Smart working richiede una grande disciplina personale, un’ efficace pianificazione, necessita di trovare in casa un angolo per una postazione di lavoro tranquilla, che possa essere isolata o quasi, in determinati orari, dagli ambienti familiari ed è molto importante abituare figli e familiari al rispetto del proprio lavoro, come pure è indispensabile la collaborazione del coniuge. ll tempo che si risparmia nel pendolarismo casa ufficio va utilizzato per la cura delle relazioni, con i colleghi e con gli amici. Senza tali presupposti il lavoro agile si ritorce contro la smart worker.
Tutto questo non esimerà lo Stato dagli aiuti alla donna che lavora, laddove lo stipendio non sia così elevato da poter far fronte a tutte le necessità dei servizi necessari. Ecco perché buoni per baby sitter, badanti e colf, asili nido di qualità e tutor di assistenza ai compiti dei bambini sono imprenscindibili e allora il Lavoro agile funzionerà e sarà produttivo, non perché la donna lavorerà anche a casa, ma solo perché la donna è in ogni caso presente e qualunque cosa accada può essere da lei controllata. Sarà questa conquistata serenità che la renderà concretamente più produttiva.
Aiuti di Stato in tal senso potrebbero colmare il gap ancora esistente nella parità di genere, senza che il peso dei servizi familiari ricada tutto sulla donna o unicamente sull’impresa.
La trasformazione culturale degli smart worker
Questa modalità di lavorare non è una semplice alternativa al lavoro tradizionale, richiede una vera e propria trasformazione culturale con un'evoluzione dei modelli organizzativi delle aziende. Proprio tale necessità di cambio culturale ne ha ostacolato la diffusione, anche se le aziende che già hanno attuato tale piccola rivoluzione hanno ottenuto risultati positivi anche in termini di profitto.
I primi successi iniziano a vedersi, secondo l'Osservatorio del Politecnico di Milano dal 2013 al 2017, anni in cui il numero degli Smart Worker è aumentato del 60%. A rivolgersi a questa nuova modalità di lavoro sono soprattutto le grandi aziende che hanno una struttura organizzativa piuttosto complessa e hanno bisogno di elevate professionalità, inoltre proprio per le grandi aziende la gestione del lavoro flessibile può risultare economicamente conveniente.
La normativa Smart work in Europa e la legge sul Lavoro agile in Italia
Smart working cos'è in Italia e in altri paesi europei. Nel quadro europeo il primo paese a sostenere lo smart working è stata la Gran Bretagna che nel 2014 ha introdotto la Flexible Working Regulation, una legge che offre l'opportunità, a coloro che abbiano almeno 26 settimane di servizio, di richiedere la flessibilità. Il datore di lavoro può rifiutarsi solo motivando in modo fondato tale diniego.
A sostenere il lavoro agile è anche l'Unione Europea che, nella Risoluzione del 13/9/2016 (principio generale n°48), sottolinea l'importanza di ritrovare l'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, in modo da sostenere la crescita demografica dando la possibilità alle coppie di non dover scegliere tra famiglia e lavoro, preservare i sistemi di sicurezza sociale attraverso un vero e proprio sostegno alla società principale: la famiglia e, infine, promuovere il benessere delle persone dando particolare attenzione alla qualità della vita.
In Italia la disciplina del lavoro agile è contenuta nella Legge 81 del 2017, ma viene lasciato ad un accordo tra le parti la possibilità di stabilire modalità di esecuzione del rapporto di lavoro che prevedano modalità di lavoro agile.
Il lavoro agile non è per tutti, infatti prevede un'organizzazione del lavoro non più verticale, ma orizzontale. Il manager/datore di lavoro perde il controllo sul dipendente, non può valutare l'operato in modo costante, ma solo alla consegna del progetto. Proprio per questo funziona bene solo laddove siano presenti alti profili dal punto di vista professionale. Per essere un lavoratore o una lavoratrice agile è necessario avere elevate competenze digitali, capacità di organizzazione e abilità nel lavorare per obiettivi. Tu quali competenze ritieni di dover potenziare?
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