Quando di pari opportunità tra donne e uomini si parlava ancora troppo poco
Buon compleanno Europa! Grazie per i 60 anni di pace, ma grazie anche per tutto quello che hai fatto per noi donne e per le pari opportunità, per tutti quei programmi e iniziative comunitarie a cui abbiamo partecipato e che ci hanno consentito di promuovere la cultura delle pari opportunità tra donne e uomini.
Vi racconto un'esperienza personale. Quando nel 1995 ho fondato Assodonna a Napoli, il significato di “Pari opportunità” non era così conosciuto come oggi. Solo in Europa queste tematiche erano di grande attualità e l’Europa fu la mia ispirazione.
AssoDonna risultò molto innovativa a quel tempo e destò grande interesse da parte della stampa. Le giovani trovarono in Assodonna un punto di riferimento ed aderirono numerose. L’anno dopo in Campania nacquero gli organismi di parità che continuarono le attività di promozione delle parità di genere e fecero un grande lavoro di diffusione dell’idea di parità.
La Firma della Carta di Roma con l'intervento di 15 Ministre europee
Ricordo che spesso venivo a Roma (sede attuale di Assodonna) per seguire gli eventi della Commissione di parità. A Roma già era stata istituita la Commissione per le pari opportunità, che aveva la sede presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, una piccola sede, una specie di soffitta dove la Commissione lavorava alacremente e preparava attività ed eventi, proprio grazie al supporto dell’Europa che li finanziava.
Fu emozionante seguire l'evento della Firma della Carta di Roma in Campidoglio (Sindaco Rutelli). Evento ora del tutto dimenticato dalla stampa. Parteciparono 15 Ministre europee e fui colpita dalla democraticità della Ministra belga che si era messa in fila insieme a noi nella toilette.
Grazie agli stimoli europei e ai suoi programmi, anche in Italia furono fatte nuove normative per la parità di genere, anzi delle ottime normative che, purtroppo, spesso sono state disattese nella pratica. Oggigiorno le cose vanno meglio e per fortuna le giovani possono godere di questa nuova situazione, ma è bene che esse stesse ricordino la storia e l’importanza che l’Europa ha avuto per noi donne.
Quando Assodonna partecipava ai progetti europei si realizzava proprio quella integrazione che era nella Vision europea. Avevamo partner belgi, spagnoli, francesi e inglesi che poi sono diventati nostri amici e ci sentivamo tutti davvero europei.
Assodonna realizzò anche il progetto “Donne per l'Europa” in cui era compresa la ricerca "Donne per l'Europe e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea”. Dalla ricerca si evinceva che, nella Commissione istituita per dare vita alla "Carta dei diritti fondamentali dell'U.E." erano presenti, su 62 componenti, solo dieci parlamentari donne le quali, benché provenienti da paesi, lingue e partiti diversi, tutte insieme avevano saputo trovare l’accordo per fare approvare i principi di pari opportunità presenti ora nella Carta.
“Come l'Europa ha creato una nuova visione del futuro che sta lentamente eclissando il Sogno americano”
Jeremy Rifkin così scriveva in “Il Sogno europeo” (Mondadori, 2004). Purtroppo questa bellissima visione si è persa lungo la strada, con l'ampliamento e tutta la massa di politici nazionali che si è riversata in Europa. Politici che, purtroppo, non sempre hanno mostrato di essere all’altezza dei padri fondatori, con conseguenze negative sulla stessa Europa. La crisi economica mondiale ha fatto il resto.
Ora l’Europa deve certamente migliorare e la classe politica dovrebbe fare altrettanto. E’ inutile inveire contro la burocrazia europea. I burocrati sono necessari perché fanno il lavoro che i politici non possono fare, ma burocrati e politica sono strettamente collegati.
Stiamo attente dunque noi donne quando votiamo e guardiamoci bene da chi, solo per fare presa sulle masse, fa false promesse che poi non potranno essere mai essere mantenute, perché fuori della realtà.
E ora ben venga la riforma dei Trattati europei per adeguarli ai nuovi tempi. Miglioriamo l’Europa e l’euro e riconquistiamo la nostra bellissima Visione europea. Immaginate l’Italia da sola, con la sua lira e la corruzione che non riusciamo a smantellare, a competere con l'economia globale?
Se non siamo competitivi, nel mercato globale che abbiamo di fronte, nemmeno le politiche economiche possono migliorare e per essere competivi e forti dobbiamo essere uniti.
L'Europa si deve occupare sicuramente di difesa, sicurezza, immigrazione, diplomazia, energia, lavoro e politiche economiche e poi sentiamoci di nuovo europei e noi, oltre che italiane, donne europee.
Commissione europea
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