Ferrari Farm. L’agricoltura innovativa di Giorgia Pontetti
Giorgia Pontetti, co-founder e Ceo di Ferrari Farm è un’imprenditrice vulcanica e seriale con la passione per lo spazio, l’agricoltura e l’ambizione di soddisfare un bisogno dell’umanità intera: nutrirsi e nutrirsi con cibo di qualità. Così ha pensato di produrre cibo di qualità, in serra, in campo e a farcelo produrre a casa nostra, con un orto pulito pulito.
Intervista a Giorgia Pontetti
1. La prima domanda che ci viene da porle come donne è chiederle: Come ha fatto a sopravvivere in un mondo di maschi?
Io sono un duplice ingegnere (elettronico ed aerospaziale), un ingegnere “vecchio ordinamento” che ha fatto il liceo classico (a dispetto di chi sostiene che un liceo classico non ti permette di scegliere poi studi scientifici).
Quando ho studiato io a La Sapienza di Roma c’erano pochi indirizzi di specializzazione e soprattutto pochissime donne, in alcune lezioni ero addirittura l’unica donna in aula. Banale dire che la mia grande passione per la tecnologia doveva essere davvero “grande” per sopravvivere al “biennio” di ingegneria, i primi 2 anni di lezione che si tengono fuori dalla città universitaria de La Sapienza. Chi sopravviveva ai primi due anni poi finiva gli studi in centro storico con vista Colosseo a S. Pietro in Vincoli, la sede universitaria più bella di Roma, secondo me.
Oltre alla passione per la tecnica e la tecnologia nutro da sempre una enorme passione per l’agricoltura e la natura, tramandatami dalla mia famiglia di origini umili e contadine.
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2. Come è nata la sua idea e la sua voglia di fare impresa?
Ho iniziato a lavorare come imprenditrice da quando ero all'università e, avendo mio padre come socio, abbiamo creato una azienda innovativa, G & A Engineering, un centro di ricerca privato oltre che PMI manifatturiera operante nel settore degli apparati speciali per applicazioni difesa e spaziali.
Ad una conferenza internazionale in cui si parlava di missioni spaziali, un professore suscitò il mio interesse dicendo che se un giorno fossimo andati su Marte, avremmo avuto la necessità di coltivare e che l’unico modo per farlo poteva essere l’idroponica.
In quel momento mi si è accesa una lampadina, e così abbiamo deciso di progettare e realizzare gli impianti idroponici di Ferrari Farm che sono unici nel panorama europeo e che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Tali impianti idroponici vedono coltivazioni idroponiche (senza terra) in ambiente asettico ed ermetico con gestione completamente computerizzata; questa modalità di coltivazione (in serre che sono più pulite di una sala operatoria) consente di coltivare prescindendo completamente dall’ambiente esterno, dal suo inquinamento, nonché dai mutamenti climatici, consentendo nel contempo coltivazioni esenti da qualunque tipo di trattamento sia fitosanitario che di altra natura. Il prodotto di tali coltivazioni è pulito, privo di metalli pesanti incluso il nichel e completamente privo di contaminanti o patogeni.
3. Coltivate solo in serra o anche in campo?
Nella Ferrari Farm coltiviamo anche in pieno campo con metodo biologico certificato, rispettando la natura e quindi senza ricorrere a nessuno dei trattamenti ammessi dal Reg CE e per tale motivo il nostro motto è Biologicamente Differenti.
Tutto quello che l’azienda coltiva viene trasformato direttamente mediante una linea di trasformazione proprietaria che lavora sottovuoto al fine di mantenere inalterate le proprietà organolettiche e nutrizionali della materia prima di partenza.
La Ferrari Farm è anche un agriturismo con il brand Locanda Colle Cerqueto, la prima struttura ad essere certificata 5 Girasoli della Regione Lazio.
4. Lei pensa che in futuro possa essere sconfitta la fame nel mondo con l’idroponica?
Penso che l'agricoltura svolga un ruolo fondamentale nello sviluppo di tutte le civiltà della storia ed oggi, considerando l'inquinamento ambientale, gli spaventosi cambiamenti climatici, la sovrappopolazione, il progressivo esodo dalle campagne, ecc… è essenziale sviluppare metodi alternativi di produzione alimentare che non compromettano i pochi ecosistemi ancora funzionanti.
Noi crediamo che l’idroponica in serre sterili, ermetiche e completamente computerizzate sia il futuro, potendo consentire la coltivazione in ogni posto del mondo anche dove la coltivazione tradizionale non è possibile, riducendo i consumi e gli inquinamenti, riportando la produzione in ambito anche urbano, peri-urbano, senza inquinare il Pianeta e noi stessi.
Per tale motivo siamo attivi nel settore con prodotti e progetti anche di ricerca, nonché attivi nella nicchia dello Space Farming ovvero agricoltura spaziale.
5. Lei ci consente di produrci in casa le nostre verdure. E’ fantastico! Come è possibile?
Abbiamo brevettato RobotFarm: nelle dimensioni di una lavatrice puoi coltivare direttamente in cucina senza necessità di pollice verde. Abbiamo presentato lo scorso anno al Maker Faire a Roma la prima Vertical Farm idroponica, completamente, realizzata all’interno di un container navale standard, ed abbiamo da poco presentato la versione per ambienti estremi e scenari operativi della difesa.
6.Qual è stato il momento più difficile di questo percorso imprenditoriale e quale quello più soddisfacente?
Far comprendere agli altri che l’idroponica non era una follia, ma poteva funzionare e non era assolutamente un’idea matta.
7. Ha una preoccupazione per il futuro?
No, sono ottimista per natura
8. Lei è stata fortunata per le esperienze imprenditoriali della sua famiglia. A chi non ha tutto questo, ma solo voglia di realizzare un sogno, qual è il primo passo che consiglierebbe di fare per avviareuna startup?
Il primo passo che consiglierei, a chi come me ha voglia di realizzare un sogno, è quello di delineare bene la propria idea imprenditoriale, condividerla con persone di fiducia al fine di evidenziarne gli aspetti negativi e poi intraprendere un percorso di facilitazione che consenta all’idea di diventare strutturata, con un business plan affidabile, al fine di dare vita a una nuova iniziativa imprenditoriale.
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Giorgia Pontetti ci dà un ottimo consiglio e ci conferma la necessità di questo supporto, Assodonna infatti sta già lavorando a un progetto per sostenere le donne, proprio nella prima delicata fase di strutturazione di un'idea imprenditoriale di successo. Per scoprire altre imprenditrici con buone idee ed essere informata sul progetto StartupDlab, per donne che vogliono mettersi in proprio, avviare startup e cambiare vita per realizzare un sogno, iscriviti alla newsletter AssoDonna/StartupDlab.