Alessandra Fierabracci - La studiosa ideatrice di un metodo innovativo per la predizione del diabete
Alessandra Fierabracci è Senior Scientist e Group Leader presso il Centro del Diabete di Tipo 1 dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Da sempre si occupa dello studio delle malattie autoimmuni, con particolare riferimento al Diabete di Tipo 1 nel genere umano.
Originaria di Volterra (PI), e con una spontanea passione per la ricerca, ha sentito presto la necessità di approfondire i suoi studi e, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Pisa, ha fatto esperienze rilevanti dal 1990 al 2000 a Londra (UK) e presso il Diabetes Institute della Università di Pittsburgh in Pennsylvania (USA) come Visiting Scholar nel 1999. Per i suoi studi ha conseguito il Doctor of Phylosophy in Immunologia nel 1996 ed è stata assunta a tempo indeterminato come Lettore presso il Queen Mary Westfield College di Londra dal 1997.
Nel 2001 è rientrata in Italia essendole stata offerta l’opportunità di essere assunta a tempo indeterminato come Medico Ricercatore Responsabile di Laboratorio, presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
In Italia la studiosa ha allestito un metodo innovativo di laboratorio e progettato un kit che potrebbe aprire importanti prospettive per predire l'insorgenza del diabete nei bambini oltre che monitorare futuri approcci di immunoterapia della malattia conclamata (Brevetto Europeo ‘Method for detecting GAD65 autoreactive T cells in newly diagnosed Type 1 diabetic patients and in the prediabetic period’). E’ inoltre inventrice di una nuova prospettiva di immunoterapia delle malattie autoimmuni che si basa sull’ utilizzo di microvescicole estratte da cellule staminali mesenchimali (Brevetto internazionale ‘Microvescicoles isolated from mesenchymal stem cells for use as immunosuppressive agents’. Proprietario: Industria Esperite, Niel, Belgio).
La dottoressa Fierabracci ha conseguito a Reykjavík (Islanda) il Premio EUWIIN (European Women Inventors and Innovators Network) nel 2011 come Migliore Inventrice Europea Categoria Alta Formazione, lo Special Recognition Award dalla BFIIN (British Female Inventors & Innovators Network) e la Silver Medal al British Invention Show di Londra (UK) nel 2014. Ha inoltre conseguito il Premio Enrico Toti per Ingegno ed Inventiva a Roma nel settembre 2016 e lo Special Reunion past-awardees Recognition Award EIWIIN (European International Women Inventors and Innovators Network) per ‘ingenious and innovative achievements' a Bari nel giugno 2017. Alessandra Fierabracci è anche vice presidente dell'Associazione ITWIIN, Associazione Italiana Donne Inventrici e Innovatrici.
Intervista ad Alessandra Fierabracci
1_E’ stato difficile allestire il laboratorio di ricerca con poche risorse umane e fondi limitati o la passione e l’impegno possono comunque portare a risultati?
La ‘strada’ che la ricercatrice percorre non è mai facile, per di piu’ non è facile se l’attività è svolta in un contesto, quale il nostro Paese, nel quale non ci sono grandi investimenti per la ricerca. Certamente occorrono una forte motivazione ed un costante impegno, credere nei propri ideali, porsi interrogativi fondamentali, intuire ed esplorare percorsi alternativi per raggiungere soluzioni adeguate. Occorre confrontarsi, dialogare e sviluppare strategie di collaborazione per superare le difficoltà.
2_Quali metodi e strumenti hai usato per realizzare un team piccolo, ma compatto e motivato, capace di seguire lo sviluppo della tua ricerca scientifica e farlo con successo?
I ‘giovani’ collaboratori e collaboratrici sono il fulcro fondamentale per poter realizzare importanti obiettivi. Occorre motivarli con dedizione, offrendo esempio, trasmettendo conoscenza, ideali poiché il risultato della ricerca deve contribuire a migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti ed aprire nuovi orizzonti nel futuro degli uomini e delle donne.
3_Quali sono i prossimi passi necessari perché il tuo metodo possa essere sperimentato ulteriormente e immesso sul mercato, per apportare benefici non solo a eventuali pazienti, ma anche alla salute pubblica, con tutti i risparmi di cura che potrebbe generare.
Sarà importante estendere l'analisi a campioni ottenuti da una popolazione piu’ vasta di pazienti e controlli. Sarà necessario reperire nuove fonti di finanziamento per continuare la ricerca ed investimenti per realizzarne i prodotti sul mercato.
4_ La vita di una studiosa è certamente molto impegnativa. La tua vita lavorativa ti ha sottratta a momenti importanti della tua vita personale o come per qualsiasi lavoro si trova, o purtroppo si deve trovare il tempo di conciliare, dato che sono ancora le donne a dover fare i salti mortali per non rinunciare né al lavoro, né alla vita privata?
E’ sempre importante riuscire a trovare un equilibrio tra l’ impegno per il lavoro e la realizzazione della vita personale. Ci sono sempre scelte importanti e consapevoli da fare nella vita con il corredo dei propri valori per chiunque, poiché ognuno ha la sua storia e le sue esperienze.
5_E’ noto che ancora oggi, nel mondo della ricerca le donne sono molto presenti, ma soprattutto ai livelli base e anche per loro esiste la difficoltà di oltrepassare il soffitto di cristallo. Cosa consiglieresti a una giovane ricercatrice? Quali errori evitare e su che cosa puntare?
Avere la consapevolezza che ‘farcela è possibile' e che ‘l’essere donna’ è una risorsa fondamentale nell'attuale società, dove le donne rivestono ruoli sempre più importanti. Certamente studiare e lavorare all’estero è una esperienza di grande valore formativo, non solo da un punto di vista professionale, ma anche come esperienza di vita.