Donne e innovazione: lancio e destino delle startup
Sono sempre di più le aziende e le startup innovative che nascono al giorno d’oggi. Tra le centinaia di migliaia, alcune falliscono dopo pochi mesi, altre, seppure con del potenziale, non riescono a raggiungere un pubblico abbastanza ampio. Ma ci sono alcune, poche imprese e startup innovative che riescono a stravolgere un intero settore.
Negli ultimi anni si è iniziato a parlare delle cosiddette “aziende unicorno”. Ma cosa si intende con questo termine?
Chi sono gli unicorni
Gli unicorni sono delle startup innovative con almeno un miliardo di fatturato.
Il termine è stato coniato nel 2013 proprio per definire quelle aziende che, in un periodo piuttosto breve, hanno rivoluzionato il loro settore attraverso la tecnologia e idee innovative.
Attraverso uno studio condotto da Mdirector, queste aziende Unicorno sono presenti in larga parte in Cina e negli Stati Uniti, i due Paesi più all’avanguardia dal punto di vista economico e tecnologico.
In Italia le aziende unicorno non esistono nemmeno. L’Italia infatti non primeggia nel settore tecnologico e dei software.
Tra i più famosi unicorni a livello mondiale annoveriamo Uber, Ant Financial Services Group, Xiaomi, Di di Chuxing, Airbnb, Palantir, Snapchat, Lufax, Meitun Dianpibg, We Work.
Di tutti gli unicorni, una piccolissima percentuale sono startup al femminile. Eppure raccolgono molto più di quelle maschili.
Diamo un’occhiata.
Canva, la startup femminile per essere tutti dei designer
Una delle aziende unicorno guidata da una donna è Canva, la piattaforma web, frutto di idee creative, finalizzata alla realizzazione di grafica per i social media, e presentazioni powerpoint, poster e altri contenuti.
Canva è una startup innovativa fondata da Melanie Perkins nel 2013. Oggi Canva ha un fatturato di oltre 3.2 miliardi di dollari.
Questa startup americana nasce da un bisogno ben definito: quello di creare contenuti grafici di impatto in poche semplici mosse. La grafica è infatti essenziale oggi, qualsiasi sia la tua attività. Lavorando sempre più attraverso i social e i siti web o anche semplicemente per sponsorizzare eventi attraverso dei poster, mostrare dei contenuti visivi che siano capaci di attirare è essenziale. La Perkins lo ha capito molto bene con la sua startup americana e, dopo aver fronteggiato il rifiuto di oltre 100 investitori, oggi Canva conta oltre 2 milioni di utenti.
La sua startup è semplice da usare, adatta a tutti ed estremamente efficace!
Glossier, il trucco senza trucco
Emily Weiss apre nel 2010 un blog chiamato “Into the gloss”. Aveva solo 25 anni all’epoca, ma il suo blog, che conteneva prevalentemente interviste a donne, inizia a riscuotere sempre più successo, fino a raggiungere 1,3 milioni di visitatori in un mese.
Così nel 2014 la giovane imprenditrice ha l’idea di creare una piattaforma di e-commerce. Dopo essere riuscita a raccogliere un finanziamento di 2 milioni di dollari, Emily lancia i primi prodotti Glossier, il famoso brand di makeup.
A dieci anni dalla creazione del suo blog, Glossier ha un patrimonio netto di 1.2 miliardi di dollari.
La peculiarità del suo brand è data dall’evidenziare l’elemento “naturale” del makeup attraverso la sua filosofia “skin first, makeup second” per un effetto di “trucco senza trucco”. Questo elemento di differenziazione l’ha portata a farsi notare tra i centinaia di brand di makeup.
Naturalmente gran parte del successo di Emily è dovuto alla sua grande presenza sul web e sui social, che l’hanno portata ad autopromuoversi e ad ottenere visibilità.
Houzz, unicorno tra gli unicorni
Nel 2009 Adi Tatarko fonda Houzz insieme al marito. Houzz è una comunità online di architettura, interior design e decorazione e oggi vale 4 miliardi di dollari. Eppure Houzz potrebbe essere definito come un “unicorno tra gli unicorni”: non nasce infatti con l’intento di diventare un’impresa, ma con il semplice fine di fornire una piattaforma per rimodellare il design della propria casa. Eppure Houzz è un’idea innovativa che nasce da un bisogno specifico e che ha quindi riscontrato una forte risposta: attraverso il passaparola sempre più proprietari di casa e professionisti del settore facevano uso della piattaforma e chiedevano che venissero aggiunge nuove aree.
Quello di Adi è un esempio di startup americane che hanno immediatamente avuto un riscontro positivo da parte dei consumatori grazie ad un modo nuovo ed innovativo di fornire un servizio da molti ricercato. Oggi è un'azienda innovativa di successo.
Rent the Runway, il lusso a noleggio
Anche Jennifer Hyman è riuscita ad identificare un bisogno e a soddisfarlo attraverso una startup americana: la sua Rent the Runaway è rivolta a quelle donne che vorrebbero sfoggiare abiti firmati ma che hanno delle limitazioni economiche.
Nata nel 2009, Rent the Runaway è all’inizio un servizio online. Oggi Rent the Runaway conta 600 etichette e 11 milioni di membri, che possono noleggiare abiti e accessori per un periodo compreso tra i 4 e gli 8 giorni fino al 10% del prezzo al dettaglio del prodotto.
Ma il successo di Rent the Runaway non è arrivato subito: infatti sono stati molti gli investitori che all’inizio non hanno creduto alle idee della Hyman.
L’e-commerce diventa un unicorno nel 2019, quando supera un miliardo di fatturato.
Zilingo, unicorno del sud-est asiatico
Gli unicorni femminili non si fermano solo agli Stati Uniti. Dall’India arriva infatti Anikiti Bose che, giovanissima, è co-fondatrice di Zilingo nel 2015.
Zilingo è una piattaforma di e-commerce che si rifà alla moda del sud-est asiatico per portare i piccoli negozi di Bangkok e Jakarta online, supportandoli nella distribuzione.
L’idea dietro Zilingo è nata infatti dall’osservazione, da parte di Bose, che la maggior parte dei negozi di Bangkok non aveva una piattaforma online. Da qui l’idea innovativa: aiutare questi negozi di prodotti tipici a varcare la soglia dell’e-commerce, offrendogli l’opportunità, grazie alla globalizzazione, di raggiungere molte più persone in diverse parti del mondo.
Oggi Zilingo è una delle startup con la più alta capitalizzazione del sud-est asiatico e ottiene il riconoscimento di unicorno. Anche quello di Anikiti è un grande esempio di imprenditoria femminile.
Anche se non al livello americano, anche in Italia l'imprenditoria femminile cresce. Basta dare uno sguardo a imprenditoria femminile: 5 donne che guidano l'innovazione.
La formula per diventare un unicorno è costituita da forte impegno, propensione all’imprenditoria e visione di futuro. Con visione di futuro intendiamo il saper cogliere le occasioni, capire quali sono le necessità di oggi e creare qualcosa di innovativo per soddisfarle. L’elemento chiave per il successo è capire infatti cosa manca e avere l’ingegno necessario per trovare una soluzione.
E tu, hai mai pensato di avere un’idea fuori dal comune che potesse risolvere un problema? Hai identificato un bisogno dei nostri giorni che non è ancora stato soddisfatto ma non sai come proseguire?
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