Artigianato e innovazione tecnologica come arma di successo per il futuro
Il decennio appena passato ha segnato in maniera profonda quella che è la percezione dei prodotti che le nuove generazioni vedono oggi nei negozi.
I prodotti di alta qualità dell'artigianato, a causa dell’industrializzazione, nel tempo sono stati relegati a nicchia e in alcuni casi sono del tutto scomparsi.
E’ per questo che aziende come PoltroneSofa’, Tod’s e tante altre, hanno trovato e studiato modelli comunicativi che esaltassero la qualità e il loro essere unici, proprio grazie all’artigianato.
Un punto di vista che non è sfuggito alle giovani imprenditrici di startup più innovative, che stanno sviluppando il loro business proprio su questi temi.
L’artigianato come valore irrinunciabile e il caso “Poltronesofà”
Chi non ricorda il famoso slogan: PoltroneSofà, gli artigiani della qualità?
In questo caso, ci troviamo di fronte a un’azienda che ha davvero poco di artigianale, ma che avendo capito l’alto potenziale di questa “fusion tecnologica” ha fatto passare il messaggio incontrovertibile che la figura dell’artigiano nel loro modello di business è centrale.
Il know how dei suoi “artigiani” e delle sue “artigiane” è pertanto diventato “bandiera” di pregio, rendendo così Poltronesofà una vera “mosca bianca” del settore.
Perché tutto ciò? Perché aziende come questa intelligentemente hanno cavalcato il digitale, unendo innovazione tecnologia e artigianato, e hanno reinventato il modo di fare marketing strizzando l’occhio a quelle che vengono chiamate artigiane digitali o “maker”.
Le Maker: “sarte” digitali della tecnologia
La parola “Maker”, che in lingua anglosassone significa “creatrice o creatore”, viene usata per indicare quelle figure di artigiani e artigiane digitali che combinano il lavoro manuale con l’uso delle dell’innovazione tecnologica più futurista.
L’artigianato non è più sinonimo di passato, infatti con l’innovazione tecnologica la sua funzione diventa decisiva nell’accelerazione verso l’innovazione.
Ma, in generale, cosa fa la maker? Perché dovrebbe interessare alle giovani imprenditrici? Coniuga vecchio artigianato a innovazione tecnologica. Crea, ricicla, sfrutta e produce tutto ciò che c’è già o deve essere ancora inventato, attraverso un modello tecnologico che punti all’eco-sostenibilità. Mantiene alti gli standard di qualità rasentando l’eccellenza.
La Maker sfrutta l’innovazione e le nuove scoperte per mettere a punto processi ingegneristici che prevedano e risolvano efficacemente e efficientemente problematiche legate ai suoi prodotti.
Una figura interessantissima per una startup innovativa ed è per questo che le giovani imprenditrici e startupper devono cercare di fiutare le maker che potrebbero fare la differenza sul mercato e arruolarle alla loro causa.
Startup, artigianato e innovazione tecnologica
Le startup di giovani imprenditrici che vogliono essere protagoniste del futuro e/o essere Maker per il mondo, devono incardinare il proprio modello di business proprio su questi elementi e combinare innovazione tecnologica e artigianato come binomio inscindibile. Per esempio:
- “Active garden”: vasi da giardino provvisti di sensori che, a seconda del tipo di pianta contenuta nel vaso, segnalano quando la pianta ha sete o va concimata. Tali vasi sono stati creati coniugando le tecniche della tradizione marocchina e l’innovazione tecnologica.
- “Tessuti luminosi in trama led”: tessuti che si accendono da remoto, sono fluorescenti e si ricaricano tramite la luce solare.
- “Carta idrorepellente”: fogli di carta che grazie alla nanoteclologia sono in grado di resistere all’acqua e all’olio.
- "La suoletta intelligente" per non avere mai più piedi freddi inventata dall'imprenditrice pugliese Alessandra Antonetti. Aria Wearables il nome della sua startup.
- Italian Stories - Sempre nel campo dell'unione di artigianato e tecnologie l’architetta Eleonora Odorizzi è ideatrice insieme ad Andrea Miserocchi, di un market place per far conoscere ai turisti l'artigianato italiano.
Nella rete ci sono orafi, sarti, liutai, ceramisti, maestri cartai, ebanisti, scultori, vetrai e altri protagonisti della manifattura artigiana italiana. - La startup Chitè, fondata da Chiara Marconi e Federica Tiranti, opera nel campo della moda usufruendo di un'equipe di artigiane e artigiani italiani, per produrre lingerie innovativa e sartoriale. Un intimo su misura creato con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Le fondatrici mirano a vendere fino ai paesi asiatici attraverso l'e-commerce e in Italia le loro collezioni sono già acquistate dalla Rinascente.
Vale la pena di dare una piccola panoramica di alcune interessanti realtà sia straniere, che italiane? Ovviamente si, anche perché questi sono temi che ormai sono presenti nelle più importanti competition mondiali, come il Make Faire Rome Italia. Eventi importanti per le giovani imprenditrici italiane, in cui vengono presentati progetti inerenti anche l’ultima frontiera dell’artigianato tessile: i tessuti vegani.
I tessuti vegani e sostenibili ricavati dagli agrumi o da bucce di mela, foglie di ananas e fico d’India
Negli ultimi anni, sempre più startup innovative si sono dedicate alla creazione di tessuti ricavati dagli scarti vegetali, che poi vengono rivenduti soprattutto alle maison di moda.
Una startup italiana di successo, in tema di tessuti ricavati da frutti è Orangefiber, di cui sono fondatrici Adriana Santanocito ed Enrica Arena, che hanno sviluppato e brevettato un innovativo processo produttivo per creare tessuti sostenibili a partire dagli agrumi.
Di pochi mesi è invece la notizia arrivata direttamente dal Messico, dell’utilizzo dei cactus per realizzare pelli totalmente vegetali, in sostituzione delle pelli di origine animale.
Anche in questo caso le tecniche e il know how delle brave e dei bravi artigiani sono venuti in soccorso dei due startupper o maker, che dopo due anni di prove sono riusciti a raggiungere il risultato sperato.
Le foglie dei cactus vengono lavorate fino a ottenere una polvere, che miscelata e posizionata in una tela di cotone, restituisce un tessuto eco-sostenibile, che si stima, avrà un costo pari a 25,00 Dollari al metro.
E’ indubbio che ingegneria e artigianato, uniti a innovazione tecnologica, ancora una volta hanno consegnato al mondo qualcosa di straordinario: un tessuto completamente di origine vegetale.
Caratteristiche principali del tessuto di cactus: traspirante, durevole nel tempo (almeno 10 anni di vita), costa poco e aiuta lo sviluppo dell’agricoltura (il cactus non ha bisogno di molta acqua né di cure), prodotto versatile, che può essere impiegato nell’abbigliamento, nell’arredamento, ecc. Insomma un prodotto bello e interessante per voi donne ma anche per chiunque tenga all’ambiente.
Una nuova strada per le giovani imprenditrici digitali e Maker
La strada dell’artigianato, unita alla più moderna innovazione tecnologica è ormai la strada per il futuro, in cui “vecchio” e “nuovo” lavorando in sinergia diventano una potenza.
C’è dunque sempre più bisogno di donne Maker e giovani imprenditrici pronte a cambiare il mondo e a creare realtà che esaltino il connubio tra artigianato e innovazione digitale.
Cosa che ha fatto la startup innovativa Mirta, che ha come obiettivo proprio quello di supportare queste realtà, aiutandole a posizionarsi sulla scena internazionale.
Siamo sicure che anche voi, giovani imprenditrici che ci state leggendo, potete dare il vostro preziosissimo contributo al mondo e che tra di voi, c’è sicuramente anche la Maker del domani.
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